Vigili del fuoco

VIDEO – Scienza vs Incendi

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Satelliti, droni e modelli predittivi che analizzano dati climatici, vegetazione e altre variabili per identificare le condizioni che potrebbero favorire l’insorgenza di incendi.

Sono diverse le modalità che permettono alla scienza di svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione degli incendi. Tra queste, le strategie che combinano tecnologia avanzata, ricerca ambientale e gestione del territorio.

Si è parlato di tutto questo a Erice. Proprio qui, qualche settimana fa, si è svolto un incontro di grande rilevanza internazionale: il Seminario sulle Emergenze Planetarie.

Al centro del dibattito organizzato dalla Fondazione Ettore Majorana la scienza e le nuove tecnologie per la prevenzione degli incendi. Un tema cruciale non solo per la Sicilia ma per tutto il pianeta.

Erice, così, ha accolto esperti da tutto il mondo che si sono riuniti per discutere delle emergenze planetarie, con un focus speciale sulla siccità e sulla prevenzione degli incendi.

Scienziati, tecnologi e responsabili delle politiche ambientali si sono radunati per gettare le basi su come la scienza possa offrire soluzioni concrete contro i devastanti incendi che ogni estate colpiscono la Sicilia e, in generale, le altre regioni del Mediterraneo

Una delle soluzioni più discusse durante il seminario è stata l’uso delle tecnologie avanzate per il monitoraggio del territorio. Sistemi satellitari e droni equipaggiati con sensori termici sono ormai essenziali per rilevare e monitorare gli incendi in tempo reale. Questi strumenti permettono di individuare tempestivamente i focolai e di intervenire prima che il fuoco si propaghi.

«Stiamo applicando modelli matematici per capire meglio come iniziano gli incendi boschivi, come possono essere individuati, come si evolvono e come possono spenti – spiega James Lambert, docente Analisi Rischi dell’Università della Virgina -. Vogliamo approfondire il valore di questi studi per la civiltà e per le società, inclusa la società siciliana».

Gli scienziati presenti a Erice hanno così deciso di creare uno studio specifico con oggetto proprio l’Isola Siciliana.

«Abbiamo costruito un quadro di riferimento che utilizziamo con esperti che lavorano nella scienza dei sistemi, nell’analisi dei rischi e nel comportamento degli incendi – spiega Bilal Ayyub, dirigente centro gestione tecnologie e università del Maryland -. Questo quadro consiste in un processo che va dall’innesco dell’incendio alla sua progressione, fino allo spegnimento e alla gestione dell’area, in modo che non vi siano ulteriori rischi. Tale processo richiede un approccio sistemico, e lo stiamo affrontando in tutti i suoi aspetti attraverso l’uso della tecnologia, prendendo la Sicilia come caso di studio».

Protagonisti di questi studi anche gli esperti che hanno lavorato in California. Quella California devastata dai cinquanta incendi avvenuti tra il 2002 e il 2007.

«La tecnologia che stiamo esplorando per la rilevazione degli incendi è cruciale. Sappiamo che quanto prima riusciamo a intervenire dopo l’inizio di un incendio tanto meglio è – dichiara Ranger Dorn, esperto gestione incendi Urta California -. Ad esempio, in Sicilia, gli incendi spesso iniziano di notte. Noi vogliamo essere informati il più rapidamente possibile, in modo che i vigili del fuoco possano intervenire tempestivamente e la popolazione possa essere allertata. Prima si allerta la popolazione, maggiore è la sicurezza, ed è davvero questo il nostro obiettivo principale. Sappiamo che la Sicilia è sicuramente un banco di prova per questo tipo di tecnologie. L’attuale siccità e la storia degli incendi che abbiamo studiato indicano chiaramente che questo è un luogo che ha bisogno di tecnologia, come molte altre aree.

Al momento, esistono diverse tecnologie già in uso. Ad esempio, ci sono satelliti, ma alcuni di essi passano sopra la stessa area ogni otto ore. Stiamo cercando altre soluzioni, come telecamere installate in diverse località che possano fornire informazioni istantanee. O droni che possono sorvolare o monitorare da terra, sensori che rilevano fumo e calore. Esistono molte tecnologie diverse. E quello che speriamo di fare è valutare quale sia la più adatta per ciascuna area specifica, in modo da assicurarsi che la tecnologia giusta venga scelta per la zona giusta».

La 56esima sessione delle emergenze planetarie, dunque, ha inviato un messaggio forte e chiaro: la scienza può e deve essere al centro della prevenzione degli incendi. E da Erice, così, arrivano le basi per un futuro più sicuro e sostenibile. In Sicilia e nell’intero pianeta.

https://www.telesudweb.it/12-09-2024/scienza-vs-incendi

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