Vigili del fuoco

UNA PAGINA DI STORIA – I bombardamenti nelle principali città italiane e gli interventi dei vigili del fuoco

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La fase più cruenta dei bombardamenti durò dall’autunno del 1942 all’estate del 1943; in seguito le incursioni continuarono, pur attenuandosi, fino al 1945.
Tra le città maggiormente colpite figurarono Napoli, Torino, Milano e Genova, ma anche Roma, Bologna, Firenze, Palermo, Bari, Messina, Taranto, Cagliari e numerosissime altre città.
A Foggia in particolare vi furono oltre 20.000 vittime.
Ciò spiega perché durante tutto il periodo 1940-1945 i vigili del fuoco di tutt’Italia furono impegnati in maniera eccezionale per prestare la loro opera e soccorrere la popolazione vittima delle continue incursioni alleate: migliaia di interventi eseguiti spesso anche nel corso dei bombardamenti stessi e durante mitragliamenti aerei, a prescindere dai rischi e con i vigili medesimi alcune volte vittime loro stessi di esplosioni e crolli.
Soprattutto nelle città più grandi, a lato delle caserme principali furono creati anche distaccamenti di guerra provvisori dove fu alloggiato il personale di rinforzo proveniente da località meno coinvolte nelle operazioni di guerra.
In tutto questo, a fianco dei vigili del fuoco furono gli uomini dell’UNPA, l’Unione Nazionale Protezione Antiaerea che fu istituita nel 1934 sotto la vigilanza del Ministero della Guerra (nel 1941 passò alla diretta dipendenza del Ministero dell’Interno).
Data l’eccezionalità del momento, i turni di servizio erano talvolta anche di molte ore di seguito.
A fianco del personale in servizio permanente effettivo furono richiamati anche molti volontari che prestarono la loro preziosa opera dando manforte ai colleghi permanenti.
Quanto ai tipi di intervento eseguiti nell’intero lasso temporale del conflitto soprattutto in alcune delle città più colpite dai bombardamenti, si deve prestare attenzione particolare non solo agli interventi relativi ai danni verificatisi tra le civili abitazioni, in molti casi comunque vasti e importanti, ma anche a quelli che riguardarono le strutture industriali e produttive.
In relazione a queste ultime, vale quindi la pena ricordare che fu soprattutto a Milano e Torino che i vigili del fuoco furono costretti ad intervenire, in particolare allo stabilimento del Lingotto della FIAT nel capoluogo piemontese (dopo il bombardamento del 29 marzo 1944), e in diversi insediamenti produttivi in quello lombardo (nel bombardamento del 14 febbraio 1943 furono colpiti gli stabilimenti dell’Isotta Fraschini, l’Alfa Romeo, la Breda, la Salmoiraghi, la Philips, la Stigler e altre industrie minori).
A Genova, Palermo, Napoli, Bari, Civitavecchia, Livorno, Messina e Taranto furono soprattutto le infrastrutture portuali a essere danneggiate pesantemente.
Nella capitale del regno, a Roma, diverse incursioni presero di mira gli aeroporti di Ciampino, del Littorio, e il grande scalo merci ferroviario nelle vicinanze del quartiere San Lorenzo.
Nelle Puglie, sempre a Foggia, oltre alla città vera e propria furono colpiti duramente gli aeroporti e lo scalo ferroviario.

https://www.vigilfuoco.it – memoria storica

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