Revisione catastale e riforma Imu, come cambia il sistema fiscale immobiliare nel 2025
Revisione catastale, come impatta sui contribuenti
I contribuenti che hanno effettuato degli interventi di manutenzione straordinaria o di riqualificazione edilizia sui propri immobili, beneficiando del Superbonus o di qualsiasi altro bonus casa, devono obbligatoriamente comunicare al catasto le variazione effettuate, in modo che possa essere avviata la revisione catastale dell’immobile. L’incremento della rendita catastale, ovviamente, determina un aumento degli oneri fiscali che gravano sulla proprietà.
Aggiornare la rendita catastale di un immobile ha un impatto immediato sull’Imu, ma non solo. Si riscontrano, infatti, delle conseguenze fiscali dirette ed indirette, che possono essere elencate come segue:
- aumento dell’Imu. Nel momento in cui il valore catastale di un immobile aumenta, anche l’Imu da versare cresce in modo proporzionale. Soprattutto quando ad essere oggetto degli interventi sono le seconde case o le abitazioni di lusso. È bene ricordare, infatti, che l’Imu deve essere calcolata sulla base del valore catastale dell’immobile;
- reddito Isee. La rendita catastale ha un impatto diretto sul valore Isee della famiglia. Il patrimonio immobiliare, infatti, costituisce uno dei parametri più importanti sui quali calcolare l’indicatore. In alcuni casi potrebbe venire limitato l’accesso ad alcune agevolazioni fiscali legate al reddito;
- incremento della Tari. La tassa rifiuti è legata alla superficie catastale dell’immobile: nel caso in cui l’aggiornamento catastale dovesse mettere in evidenza una modifica della superficie, cambierebbero anche, proporzionalmente parlando, gli importi da versare;
- plusvalenze ed imposta di registro. Mettere in vendita entro dieci anni dalla conclusione dei lavori potrebbe comportare l’obbligo di versare un’imposta sul capital gain pari al 26% del plusvalore acquisito. L’imposta di registro per l’acquirente è più alta, venendo calcolata sul nuovo valore catastale.
Riforma Imu 2025, cosa cambia per i contribuenti
Attraverso la riforma Imu 2025 sono state introdotte alcune semplificazioni sul sistema di tassazione degli immobili. Dal prossimo anno i Comuni dovranno adeguarsi ad un sistema di aliquote più snello, con un numero ridotto di immobili.
In precedenza il numero di aliquote erano 250.000: dal 2025 sono state ridotte a 128 categorie. L’obiettivo è quello di semplificare la gestione dell’imposta, ma soprattutto semplificare gli oneri burocratici di amministrazioni e contribuenti.