cronacaCultura

A Roma la mostra sui capolavori artistici salvati dalla guerra

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Si aspettava da anni una mostra sulle razzie e sui recuperi del patrimonio culturale italiano avvenuti intorno all’ultima guerra. L’allestimento che rimodula i saloni delle Scuderie del Quirinale ne fa da spettacolare messinscena e allinea un centinaio di pezzi messi in salvo dalle distruzioni belliche o faticosamente recuperati nel dopoguerra.
I capolavori esposti ‒ tra gli altri, il discobolo Lancellotti, la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, la Danae di Tiziano, dipinti di Bellini, Antoniazzo, Guercino, Signorelli, Holbein, Barocci, Van Dick, Hayez, Crivelli, Lotto, Maratta, con arazzi, statue e reperti archeologici di rara bellezza ‒ sono stati in diverso grado a rischio di alienazione. Gli ambienti che li accolgono ne danno conto per immagini, registrazioni, documenti e protagonisti. L’occasione è quella di ripercorrere un’appassionante storia che pochi conoscono a fondo: le spregiudicate appropriazioni naziste e l’ardimento incondizionato di soprintendenti, direttori di musei e funzionari dello Stato che hanno messo a rischio la vita per difendere le opere di cui erano responsabili.

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