cronaca

llaria Salis in aula con le catene. Il padre: ‘L’ambasciata sapeva’

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ANSA – Tirata con le manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che proseguiva fino ai piedi, con una guardia che la tratteneva con un’altra catena di ferro; e così è rimasta per tre ore e mezzo.

Ancora choc e orrore per Ilaria Salis, la 39enne milanese detenuta in Ungheria da quasi un anno. Il racconto del suo ingresso ieri nel tribunale a Budapest per la prima udienza del processo lascia senza parole. “È stato choccante, una immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione”, ha riferito all’ANSA Eugenio Losco, uno dei suoi avvocati presenti in aula.

La denuncia del papà, l’ambasciata sapeva di mia figlia in catene. Poi la rabbia del papà Roberto che sbotta: “Mia figlia viene trattata come un animale e i politici, il governo e i giornali fanno finta di non vedere”. Oggi il padre della 39enne ha aggiunto “credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”. “Alle 10 abbiamo l’appuntamento con l’ambasciatore (italiano in Ungheria ndr). Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l’ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia”.

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