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ROMA RATTILANDIA

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I topi a Roma proliferano a ritmo esponenziale, tanto che si stima che ci siano 3,5 topi per abitante. Più di 10 milioni di topi risiedono nella Capitale, come rileva lo studio pubblicato dalla SIMA, Società Italiana di Medicina Ambientale.

Fogne e rifiuti, le zone comfort dei ratti, non bastano più a contenere questi coriacei roditori, che si vedono spesso sfrecciare dai tombini e dai cassonetti anche in pieno giorno.

L’aumento delle temperature causato del cambiamento climatico globale, la campagna di sterilizzazione dei gatti randagi, il mancato rinnovo dell’appalto di derattizzazione, hanno consentito ai roditori cittadini di moltiplicarsi in maniera massiva; si consideri che in 2 anni, da una coppia di ratti si riproducono circa 2 milioni di esemplari, come attestato dalla stessa SIMA. Lo studio condotto attesta inoltre che le patologie causate dai topi, attraverso il contatto diretto o tramite i loro escrementi, sono circa 40, tra cui ricordiamo peste, salmonellosi, rabbia, tifo murino, tularemia, leptospirosi e coriomeningite linfocitaria.

Non esiste ad oggi un sostegno di politica pubblica volto a garantire interventi sistematici e regolari, che tenga sotto controllo la proliferazione dei molesti roditori e che scongiuri il pericolo sempre più vicino di un’emergenza sanitaria e ambientale. A rallentare la preoccupante criticità, si adoperano (involontariamente in soccorso) i giganteschi e aggressivi gabbiani reali, molti dei quali sono uccelli di quarta o quinta generazione che non hanno mai visto il mare. Sui i social spopolano video, spesso virali, in cui si vedono questi predatori dal candido mantello pasteggiare indisturbati nel cuore della città, ingoiando per intero topi appena uccisi.

Altra specie selvatica urbanizzata sono le famiglie di cinghiali che negli ultimi anni sono emigrate dai boschi del Lazio per diventare una minaccia nelle periferie esterne, e ultimamamente anche in quelle interne. L’esigenza di intervenire con politiche adeguate assume valore cruciale per la sicurezza dei cittadini, riservando storie in cui gli animali prendono il possesso di città e dei loro abitanti, ai soli racconti di fantascienza. Maria Teresa Accardo

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