Solitudine: sentirsi soli o essere soli fa la differenza
KATIA DELON
La solitudine fa parte di tutta una serie di passaggi della vita dell’essere umano che spesso vengono dati per scontati, ma che se vengono saltati possono portare allo sviluppo di condizioni di malessere e problemi seri alla salute.
E’ uno stato personale complesso che ciascun soggetto definisce in base al proprio vissuto. Pertanto, la valutazione che un soggetto fa sulla sua interpretazione della solitudine può essere un indicatore della sua capacità di adattamento alle varie condizioni di vita e al suo stato psicologico.
D’altro canto, è impossibile condividere interamente punti di vista e stati d’animo con un’altra persona e pensare di potersi mettere nei panni di un altro e proprio per questo la solitudine si può affrontare positivamente o negativamente.
Il soggetto equilibrato è colui che accoglie la condizione di solitudine alternandola a situazioni di socialità. Imparare a stare bene da soli dovrebbe essere un traguardo mirato a costruire la propria indipendenza e la propria autostima. L’isolamento sociale è ricercato come condizione necessaria per ritrovare se stessi e per ottenere performance sopra il comune, questa condizione positiva innesca tutti i meccanismi tipici del piacere.
Ci sono altri invece che la vivono come una condanna e sperano di non ritrovarsi mai soli. Ci si sente isolati dopo un lutto, durante un divorzio, una violenza o una malattia e ci si può sentire soli anche stando fra tanta gente. La solitudine vissuta sofferta attiva paura, e dolore.
Nei momenti di sconforto non significa vivere in uno stato di costante angoscia come del resto gioire delle proprie conquiste personali ottenute in autonomia non significa vivere costantemente momenti entusiasmanti. Quindi, affrontare la solitudine in caso sia dolorosa che sia positiva, ci permette di vivere in equilibrio per evitare nel primo caso, di cadere nel baratro dell’angoscia inconsolabile, nel secondo per evitare di scegliere l’isolamento come unica soluzione esistenziale.
In entrambi i casi l’essere umano è comunque solo con se stesso!