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Cresce il fenomeno dell’immigrazione clandestina dalla Cina per motivi religiosi

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ROMA\ aise\ – 
Siamo abituati a pensare ai migranti cinesi come a migranti economici. Sono quasi due secoli che i cosiddetti “huaqiao” si recano all’estero in cerca di fortuna e si calcola che ormai il fenomeno sia arrivato a contare 50 milioni di individui, molti dei quali hanno contribuito alla crescita economica e allo sviluppo locali. Ma da qualche anno a questa parte, ha preso corpo un diverso tipo immigrazione dalla Cina. Un fenomeno che sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti e che non scaturisce da motivazioni economiche ma da ragioni ideologiche o religiose.

A rivelarlo è un’indagine del Portale Italia Cina.
movimenti religiosi principali in Cina sono due: il taosimo, il buddismo. Senza dimenticare la dottrina spirituale del confucianesimo, che con circa 950 milioni di adepti è di gran lunga la più diffusa. Sono poi riconosciuti ufficialmente dalle autorità anche il cristianesimo e l’islam. Il panorama, quindi, è abbastanza variegato. La libertà di culto è garantita dal fatto che la Repubblica Popolare Cinese si proclama laica.

Diversa è la questione legata alle sette religiose, presenti in Cina come nel resto del mondo. In questo caso si tratta di movimenti che si discostano da quelli ufficialmente riconosciuti le cui pratiche sono talvolta illegali. Spesso, infatti, i loro adepti fanno leva su ragioni legate al culto che professano per commettere reati.
Accade quindi che i membri di queste sette vengano penalmente perseguiti e scelgano di sottrarsi al controllo delle autorità lasciando il Paese in cui abitano e chiedendo asilo in altre parti del mondo adducendo motivi di persecuzione religiosa. Ma non è detto che riescano a ottenerlo o perché non possiedono effettivamente i requisiti o per una loro scarsa familiarità con le leggi del Paese di destinazione.

https://www.aise.it/il-paese/cresce-il-fenomeno-dellimmigrazione-clandestina-dalla-cina-per-motivi-religiosi/208743/142

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