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Villa Farnesina – una perla sul Tevere

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LIA ALBONICO

Nell’antica Roma le grandi ricchezze che vi affluivano, consentivano la costruzione di importanti ville suburbane complete di spazi verdi con Viridarium ovvero l’orto in cui si coltivavano piante officinali e commestibili oltre ad una grande vasca per l’allevamento dei pesci.

La Farnesina è una delle prime ville rinascimentali suburbane, sorta come una rievocazione delle antiche dimore imperiali ed il viridario è tutt’ora impreziosito da piante rare, frammenti marmorei con iscrizioni classiche.

Edificata ai primi del Cinquecento era ed à tutt’ora una mirabile fusione di architettura e natura.

Grazie alla committenza ed al mecenatismo di Agostino Chigi, il potente banchiere senese soprannominato “Il Magnifico” per le sue ricchezze, il Tevere vide sorgere sulle sue sponde il meraviglioso gioiello della villa Farnese che fonde armonia, classicità e proporzione. Ne fu artefice l’architetto e pittore Baldassarre Peruzzi che la costruì tra il 1508 ed il 1511

La villa non era eccessivamente grande ma raffinata e ricca di opere d’arte, da cui era possibile raggiungere facilmente il centro di Roma ed il Vaticano uno dei maggiori interlocutori d’affari dei Chigi

Il luogo non era nuovo a splendidi insediamenti, poiché nel 1880, durante gli scavi per la costruzione degli argini del Tevere fu rinvenuta sotto i giardini della Farnesina una costruzione antica chiamata la Casa della Farnesina, probabilmente fatta per le nozze tra Giulia Minore e Marco Vipsanio Agrippa (21 a.C.). I bellissimi affreschi parietali sono stati staccati ed esposti vicino a Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano.

La dimora rinascimentale racchiude opere di straordinaria bellezza quali la celeberrima Galatea di Raffaellola loggia di psiche con episodi tratti dalla favola di Apuleio, disegnata dall’insigne artista e realizzata dai suoi allievi, i Miti dell’aria di Sebastiano del Piombole costellazioni dipinte in affresco da Peruzzi, e le Storie di Alessandro(Magno) e Rossane di Antonio Bazzi detto “il Sodoma” ed ancora il salone delle prospettive opera del Peruzzi.

Nelle decorazioni della Farnesina mancano completamente gli elementi cristiani e tutto sembra un elogio ai miti e storie antiche.

Quando Agostino Chigi passò a miglior (?) vita i suoi eredi non seppero amministrare il ricco patrimonio, perciò, nel 1590 fu venduta al Cardinal Alessandro Farnese e la villa prese il suo nome. I Borboni di Napoli ne acquisirono la proprietà nel 1731 e Carlo III successivamente la destinò a sede dell’Accademia di Napoli.

Nel 1927 il complesso fu acquistato dallo Stato italiano e il 28 ottobre 1929 fu inaugurata la Reale Accademia d’Italia voluta molti anni prima da Mussolini con il compito di aiutare il regime fascista a stringere rapporti con la cultura. Ora ospita lAccademia dei Lincei ed il Gabinetto Nazionale dei Disegni e delle Stampe, L’Accademia che ha sede nell’antistante Palazzo Corsini utilizza villa Farnese come sede di rappresentanza.

I Banchetti che Agostino imbandiva nelle sue scuderie rimangono memorabili. Si narra che le vivande fossero servite in piatti d’oro e d’argento ed alla fine del pranzo le stoviglie venissero gettate nel Tevere, ma poi recuperate con reti accuratamente nascoste sott’acqua.

In una delle lunette nella sala di Galatea è visibile la testa di putto monocromo; la tradizione vuole che il dipinto fosse di Michelangelo, che ospite dell’amico Sebastiano del Piombo, lo avrebbe fatto per “dare una lezione” al rivale Raffaello, che lavorava al “Trionfo di Galatea”. Ma gli studiosi hanno sfatato il racconto, attribuendo il disegno alla mano dello stesso Peruzzi.

Agostino Chigi credeva nell’astronomia e nei demoni planetari pagani e Baldassarre Peruzzi era anche astrologo, perciò sul soffitto egli ha raffigurato l’oroscopo trionfale per il Chigi al quale era stata predetta una vita lunga e prospera.  Attraverso una serie di calcoli sulle costellazioni rappresentate è stato possibile stabilire quando i pianeti erano nella posizione raffigurata alla Farnesina, ovvero il 1° dicembre 1466, probabile data di nascita del ricco senese.

La Farnesina non fu estranea alle frequenti inondazioni del Tevere, poiché i giardini ampliati nel tempo avevano ristretto il letto del fiume.

Anche i Lanzichenecchi lasciarono la loro impronta di cui sicuramente si sarebbe fatto volentieri a meno, nel salone delle prospettive; durante i restauri, tra due colonne, è apparsa una scritta di scherno a caratteri gotici in lingua tedesca con tanto di data: “1528 – perché io scrittore non dovrei ridere: i Lanzichenecchi hanno fatto correre il Papa”.

A proposito di scritte lungo la galleria dei Lauri nel parco è incisa una frase in latino che tradotta recita così:

“Chiunque tu sia che vieni qui: ciò che a te sembra orrido a me è gradevole. Se ti piace, rimani, se ti attedia allontanati; l’una e l’altra cosa mi è gradita”.

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