Caporalato, 2000 migranti nell’inferno delle baraccopoli del Metaponto. L’intervento di Msf
Nell’ex Felandina, una delle baraccopoli della Basilicata in cui vivono ammassati migliaia di immigrati sfruttati dai caporali per le raccolte stagionali, è finito anche Simon, 29 anni. Viene dall’Eritrea ed è un rifugiato politico ma anche lui è finito in quell’inferno. Operato all’anca quattro anni fa a Venezia, con una parziale invalidità, uscito dall’ospedale non è più potuto rientrare nel centro di accoglienza di Venezia. Senza lavoro e senza casa, alcuni amici gli hanno suggerito di raggiungerli lì dove almeno pochi euro lavorando nei campi si rimediavano ed è finito lì: “Quando sono arrivato non potevo credere ai miei occhi, la situazione era orribile, le persone vivevano come gli animali, peggio degli animali. C’erano i rifiuti davanti alle case, non c’era il bagno, non c’erano le docce. Non era una situazione umana”. Intanto per lui anche lavorare nei campi si è rivelato problematico poiché i datori di lavoro, considerando la sua invalidità, non lo assumevano. Si è ritrovato bloccato, senza speranza.