Afghanistan, il grido di aiuto degli ex collaboratori dimenticati dal ponte aereo italiano
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All’indomani dell’arrivo dei talebani alla guida dell’Afghanistan, molti paesi come l’Italia si sono resi protagonisti di un ponte aereo per l’evacuazione di concittadini e di collaboratori che, proprio perché collaboratori, sono finiti nelle liste nere dei nuovi governanti
“Se dobbiamo restare qui, che ce lo dicano. Questa attesa è crudele, perché rischiamo la vita”. A parlare è Abdul-Rahman, uno dei centinaia di ex collaboratori inseriti nelle liste di evacuazione prioritaria che l’Italia si era impegnata a portare via con i voli umanitari.
Il ponte aereo è proseguito fino al 30 agosto, giorno della presa del potere da parte dei talebani: dopo i voli sono stati interrotti e ora in tanti vivono con il fiato sospeso